Trasmettiamo nel seguito gli auguri di Ezio Fulcheri, presidente dell’Associazione: “L’abbraccio di Don Orione”.
scritti brevi
Gioco di società
Non potendo presentare l’Associazione “L’Abbraccio di Don Orione” in pochi minuti e trovandomi in una festa, vorrei proporre un breve gioco di società.
Proviamo a creare attorno a noi un momento di silenzio ed iniziamo a sognare. Sogniamo come avremmo voluto venire al mondo, come avremmo voluto nascere.
- Avremmo voluto essere stati attesi con gioia da mamma e papà,
- Avremmo voluto nascere in una famiglia nella quale papa e mamma si volessero bene,
- Avremmo voluto nascere in una famiglia senza rilevanti problemi economici,
- Avremmo voluto nascere in una famiglia capace di garantirci tutto ciò di cui avremmo avuto bisogno,
- Avremmo voluto nascere in una casa bella ed ospitante,
- Avremmo voluto che mamma stesse bene,
- Avremmo voluto che mamma fosse serena,
- Avremmo voluto che mamma ci volesse bene
- Avremo voluto che mamma ci accudisse con amore assieme a papà
- Avremmo voluto che mamma potesse stare con noi sempre
Avremmo voluto ………… ma poi ci stiamo accorgendo che tutto questo lo abbiamo avuto, con molta naturalezza e che quasi lo abbiamo dato per scontato. Non ce ne siamo mai accorti, non ci siamo mai accorti che questo sogno è stato per noi la realtà.
Ora pensiamo per un momento di non aver avuto tutto ciò o di aver avuto solo una piccola parte di quanto abbiamo sognato.
È a questo punto che nasce l’idea de “L’Abbraccio di Don Orione” e comprendiamo bene perché tante persone hanno lavorato e stanno lavorando in questa Associazione.
Chissà cosa è capitato?
Quante volte aspettando una persona che ritardava abbiamo pensato tra noi o abbiamo chiesto ad alcuno: “Chissà cosa è capitato?”, “Cosa sarà mai capitato?”. Un intoppo, un imprevisto o un incidente o un malore. La nostra mente corre subito a qualcosa di negativo che viene ad interrompere una progettualità, lineare e programmata. Abbiamo tanta paura degli imprevisti da non poter immaginarli altro che negativi e pericolosi.
Mi viene spontaneo chiedere: ma perché nessuno pensa mai a qualcosa di bello? Ad esempio, ha incontrato un amico che non vedeva da anni, ha avuto una buona notizia che l’ha fermata, ha trovato un tesoro … è partito per un viaggio o ha trovato l’amore della sua vita………
“Cosa è capitato?” è nel nostro pensiero qualcosa di negativo, ma a Natale è invece capitato qualcosa di molto positivo. Anche i pastori che accorsero alla grotta lasciarono qualcosa da fare delle loro attività abituali; altri pastori avranno pensato “chissà cosa è capitato?”. I Magi dovettero partire lasciando affari ed affanni, molti lasciarono le loro attività interrompendole o ritardandole a scapito di terzi per accorrere alla grotta di Bethlehem. Era capitato qualcosa di imprevisto ma assolutamente e sconvolgentemente positivo
E oggi che cosa è capitato?
Noi oggi dobbiamo chiederci se abbiamo avvertito che è capitato qualcosa di grande.
Cosa è capitato ora che interrompe la nostra quotidianità? Sono gli affanni della preparazione della festa, è la frenesia degli acquisti per gli auguri, è la concitazione dell’organizzazione che spesso cade su sé stessa come un castello di carte? Sono i fatti banali, spesso intoppi della routine quotidiana, i ritardi in un traffico più frenetico o le piccole avversità?
Possiamo invece vedere solo fatti positivi. È la gioia della festa. È la gioia del Natale, il folclore e le luci di festa. Viviamo la gioia di trovarsi o ritrovarsi tra amici. Ammiriamo il sorriso dei bambini ed i doni. Tutto questo è bellissimo e contribuisce a creare la “magia del Natale”.
Noi, tuttavia, dobbiamo andare oltre questi aspetti; dobbiamo essere capaci di farci veramente interrompere dal Natale. Dobbiamo assolutamente e profondamente pensare in positivo intuendo e vivendo il grido della novità, avvertendo che è capitato qualcosa che ci ha cambiato il modo di vivere, che ci ha pervasi nella ineffabile gioia della natività di Gesù.
Vorremmo concludere riportando un pensiero del Cardinale Ravasi: “In questo periodo dell’anno noto che sui giornali appaiono innumerevoli oroscopi e interviste degli astrologi: Credete nelle loro previsioni? Io penso che a preparare il futuro siano la persona, con la sua libertà, e Dio, con un disegno che spesso comprende percorsi inattesi”.